Smart Working: rischi di infortuni e protezione

La crescita esponenziale dello smart working è da imputare alla pandemia Covid-19 che dal 2020, per non far sprofondare l’economia, ha portato la necessità di una totale trasformazione nella società lavorativa, nei modelli relazionali sul lavoro così come nelle norme per tutelare il lavoro da remoto, il “lavoro agile”; oggi lo smart working, pur non avendo sostituito gli uffici, è una parte fondamentale del rapporto fra i dipendenti e i datori di lavoro.

Lo smartworking obbliga il datore di lavoro a diversi compiti tra cui l’invio, a cadenza annuale, di un’informativa contenente rischi generali e rischi specifici, così da darne una giusta conoscenza al dipendente.
Il punto di vista normativo è rassicurante per il lavoratore agile perché l’Inail lo pone sullo stesso piano degli altri dipendenti e l’assicurazione sugli infortuni può coprire tutti i rischi, anche quelli non direttamente connessi al lavoro.

I rischi infatti sono più numerosi di quanto si possa pensare. Lavorando da casa, per esempio, non si gode di tutte le misure di sicurezza per l’incolumità dei lavoratori presenti in azienda. Un altro aspetto chiave per comprendere i rischi dello smart working è il fatto che, da quando il lavoro in azienda è alternato al lavoro da casa, e da quando si può lavorare mentre si viaggia, la distinzione fra lavoro e tempo libero si è fatta più difficile e le denunce per gli infortuni e per casi born out sono salite in maniera preoccupante.

È fondamentale dunque adottare misure sulla tutela delle persone e coperture assicurative che possano proteggere anche fra le mura di casa e nel tempo libero. Contattaci subito per maggiori info.